Akira Toriyama è l’uomo e la mente dietro uno dei più grandi successi di sempre: Dragon Ball.

La sua opera ha influenzato il corso dei manga arrivando a conquistare fan in tutto il mondo e di ogni età. Nato il 5 aprile 1955 a Nagoya, Prefettura di Aichi, in Giappone, il maestro si avvicina al fumetto sin da piccolo: a influenzarlo però non è un racconto orientale ma un classico dell’Occidente, La Carica dei 101 di Disney. Fu l’animazione che ritraeva Pongo, Peggy e i simpatici 101 dalmata a colpirlo.

Come capita spesso nelle storie di formazione di grandi autori, Toriyama per fare della sua passione qualcosa di più ha lasciato un lavoro che non lo coinvolgeva: nel caso specifico, il realizzatore di poster. Bussò alle porte di tante redazioni, fino ad arrivare a quella di Weekly Shōnen Jump. Partecipò a un concorso per ben due volte: la prima andò male ma l’anno successivo vinse con Wonder Island, quindici pagine su di un sergente nipponico smarritosi durante la Guerra e finito su una bizzarra isola. Sono gli esordi ma si ritrovano già semi che contraddistingueranno la narrativa di Toriyama in futuro: l’avventura mischiata al comico, il tratto grafico da commedia nel disegno dei personaggi. Correva l’anno 1978.

Poco dopo fu la volta di Dottor Slump e Arale, il titolo che gli diede popolarità internazionale. Progettata per essere una mini serie di quattro capitoli, toccò poi 18 volumi tankōbon, pubblicati dal 1980 al 1984, e valse al maestro lo Shogakukan Manga Award nel 1981. Terminato Dottor Slump, Toriyama, insieme al suo editore Kazuhiko Torishima, si mise alla ricerca di una nuova storia. La direzione fu quella di seguire le sue passioni, le Arti Marziali in particolare, e il suo grande esponente: Jackie Chan. L’ispirazione inoltre venne anche da un classico della letteratura cinese del Cinquecento, Il Viaggio in Occidente, incentrato sul peregrinare di un monaco buddista.

Dunque, il 1984, si rivela un periodo centrale per la carriera di Toriyama: Dragon Ball vedrà la luce e le prime auree.
La trama iniziale prevedeva le avventure di
Son Goku alla ricerca delle Sfere del Drago, creatura che avrebbe potuto esaudire i desideri. Ma il successo crescente aprì la strada a nuovi risvolti, personaggi e dinamiche. Le vicende di Kakaroth, Bulma, Freezer e tanti altri venderanno nel mondo oltre 159 milioni di copie e dal manga si dirameranno: serie e lungometraggi animati, videogiochi e tanto altro. Per 10 anni la franchise terrà molto impegnato il mangaka, con ritmi di produzione serrati.

Ritmi talvolta estenuanti e Toriyama, cessate le fatiche di Son Goku e soci, si prende una lunga pausa. Da allora, non si impegnò più con un racconto così voluminoso come Dragon Ball e, dal 1996 ad oggi, realizza volumetti autoconclusivi come Toccho the angel. Tra gli altri manga di cui è autore, ricordiamo Sand Land, la serie Neko Majin e Jaco the Galactic Patrolman. Nella sua carriera inoltre è stato character design di videogiochi importanti, tra i quali la saga Dragon Quest, Chrono Trigger, Blue Dragon e Dragon Ball Legends.

Cosa fa di Toriyama, Toriyama? Uno stile decisamente diverso da altri mangaka celebri e molto riconoscibile. Un tratto talvolta più vicino all’Occidente, magnifiche intuizioni come quella di pensare personaggi di grande forza in proporzioni minute, come lo è appunto Kakaroth. Il mischiare i toni del comico, del pedagogico, inserendo inoltre passaggi poetici e anche la capacità di sapere gestire il grande ritmo che l’industria culturale nipponica richiede ai manga di fama.

Dopo decenni di successi, oggi le sue nuove avventure lo vedranno soggettista e sceneggiatore di Dragon Ball Super: Broly, dal 28 febbraio SOLO AL CINEMA!